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Prima collaborazione con il Red Cross Hospital

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Quando le patologie chirurgiche sono particolarmente gravi e invalidanti, non basta "cucire una ferita, riparare l'esofago o cercare di ricostruire una funzionalità normale...;  bisogna seguir nel tempo questi casi con un  percorso riabilitativo estremamente paziente[1]".

Per esempio, pur in  un ospedale di eccellenza mondiale come il Red Cross Hospital, noto soprattutto per i primi interventi a cuore aperto e per i trapianti di fegato e reni, le strutture adatte per garantire questa assistenza erano fino a poco tempo fa vacanti. Grazie anche agli sforzi dei Dott. Leva e Torricelli, è stato creato, all'interno dell'ospedale, un ambulatorio dedicato al controllo di questi bambini. Tale ambulatorio è stato realizzato grazie all'intervento della Regione Lombardia e a quello di Cieli Azzurri Onlus; la prima siglando l'accordo di cooperazione tra la Fondazione e il Red Cross, la seconda partecipando al finanziamento, nell'ambito del nostro progetto "Bambini senza frontiere".


Accordo di cooperazione

Nel giugno 2009, fu siglato un Protocollo di gemellaggio e cooperazione tra la Clinica Mangiagalli Fondazione IRCCS CA' GRANDA Ospedale Maggiore Policlinico e il Red Cross Children's Hospital di Cape Town. L'obiettivo era quello di fornire, presso il Red Cross Hospital, ai neonati con problematiche chirurgiche, un servizio di "follow up clinico", cioè un'assistenza specialistica adeguata alle terapie a cui erano stati sottoposti nei loro primi giorni di vita. Il Red Cross è un centro di eccellenza pediatrica, ma non disponeva, al momento dell'accordo, di una unità di terapia sub-intensiva neonatale, pertanto i piccoli pazienti, superata la fase acuta, venivano trasferiti in strutture esterne che non riuscivano però a garantire la frequenza e la qualità dei controlli post operatori necessari soprattutto per molte patologie presenti in Sudafrica, tipo l'HIV o per malformazioni congenite non rivelabili in gravidanza, data l'assenza di diagnosi prenatale. Questo progetto, ha messo a disposizione dell'ospedale sudafricano l'esperienza e le conoscenze dei medici della Clinica Mangiagalli e ha permesso agli stessi di operare in un centro di altissimo livello e confrontarsi con patologie ormai scomparse in Europa e in Italia.

 


[1] Da "La missione di un chirurgo italiano"del 11/10/2010 della Gazzetta del Sud Africa.

 

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